venerdì 7 marzo 2014

Politica. Trasformismo e comunanza degli opposti: Cassano aspetta al varco

Dalla rete virtuale alla piazza centrale, il percorso di oggi mi porta a scrivere qualche riga sulla vicenda relativa a Prospettiva Ethica. Ieri sera alle 20,00 s'è tenuta la riunione, durante la quale gli aderenti hanno votato (con il metodo una testa un voto) se aderire o meno alla grande amalgama anti-Di Medio. Si sa di questi tempi, anche se volentieri ci facciamo ingannare dal sole, è bene stare attenti agli spifferi per evitare di raffreddare i bollori civico-politici che com'è ovvio aspettano la bella stagione primaverile per sbocciare.

La leggera brezza che spirava stamane ha confermato che Prospettiva Ethica proseguirà sulla propria strada da sola. Non ci saranno alleanze con Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista e Nuova Ideadomani. I paletti posti dagli attivisti del movimento civico, di cui s'è fatto portavoce Paolo Racano, non sono stati rimossi e quindi a quanto pare l'ipotesi della terza lista potrebbe concretizzarsi.

Spazio antistante deposito dei vecchi cassonetti in via Mellitto - Foto Archivio Vito Stano 2014
A questo punto tocca fare una considerazione. Se da una parte la compagine politico-elettorale guidata dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale e presidente del Consiglio comunale Ignazio Zullo ha silurato l'attuale assessore alla Cultura e vice coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Pierpaola Sapienza e forse anche l'assessore alla Trasparenza degli atti Angelo Giustino; dall'altra parte si gioca con uno schema vecchio: tutti insieme appassionatamente per sconfiggere il drago. Pd, Sel, Prc e Nid, diverse anime della sinistra incapaci di dialogare tra loro e la destra rappresentata dal già due volte vice sindaco già Alleanza Nazionale e già missino Teodoro Santorsola. Di nuovo il vecchio. Cambiare tutto per cambiare nulla. 

Quello che mi chiedo è perché queste forze, che oggi considerano importante dialogare e addirittura presentarsi assieme alle elezioni, non lo hanno fatto cinque anni fa? Cosa è cambiato? Si sono accorciate le distanze ideologiche? Si sono verificate convergenze ai più sconosciute? O più semplicemente l'istinto di autoconservazione si sta palesando nel suo stato più maturo?

Non sarebbe il caso che alcune idee ormai vecchie e non più spendibili, assieme agli uomini che le propinano, vengano meno dalla scena pubblica? Non sarebbe il caso di promuovere un rinnovamento generazionale? Personalmente sono convinto che questa sia l'unica via. Non è necessario vincere le elezioni e sedere attorno al tavolo della Giunta comunale per fare politica. Se le condizioni democratiche e quindi elettorali non lo consentono è bene giocare la partita immaginando di vincere ma con la consapevolezza di stare all'opposizione. Senza compromessi. Se è necessario anche per altri cinque anni lavorando duramente con passione e competenza per una nuova proposta politica. Per poter tra qualche anno contare un gruppo di uomini e donne che non siano già nonni o nonne. 

Anzi credo che l'appello a questo punto vada rivolto proprio a loro: siate comprensivi, avete già dato, chi tanto chi poco chi niente. Molti hanno preso e basta. Altri hanno dato e preso in egual misura. Adesso è il momento di rinunciare alla poltrona del Consiglio comunale e magari per coloro che ne dimostrino le capacità puntare a rappresentare un territorio più ampio. Esempi in questo senso ne abbiamo: Ignazio Zullo, oggi capo del maggior partito di minoranza in Consiglio regionale, e Giuseppe Gentile, consigliere di minoranza in Consiglio provinciale. Guardarsi allo specchio, di questo hanno bisogno i veterani della politica locale. Riflettere su stessi, su quello che s'è fatto e su quello che avrebbero potuto e non hanno fatto. Il tempo è ormai passato. Il vostro tempo è finito.

Restare a casa sul divano non lo auguro a nessuno, perché la passione che infiamma gli animi la conosco bene e so che non è possibile. Però è possibile, e necessario alla comunità cassanese tutta, che i signori e le signore che da venti o trent'anni ballano soltanto tra i banchi del Consiglio comunale, senza più vita di partito (che significava formazione di nuove leve e promozione di iniziative oltre la vita amministrativa), rinuncino alla grande bellezza del potere che, come diceva il compianto emerito presidente Giulio Andreotti, logora chi non ce l'ha, e, aggiungo, fa gongolare chi ce l'ha. Rinunciare alla presunzione di essere indispensabili, di questo necessita il paese. Nessuno è indispensabile. Liberare posizioni sulla scacchiera significa aprire alla novità, che, intendiamoci, non è a priori migliore. Ma a volte è assolutamente necessaria. Il trasformismo di cui Tommaso Fiore raccontava nelle sue lettere a Piero Gobetti negli anni 1925 e 1926, racchiuse poi in Un popolo di formiche, mi sembra la cronaca dei nostri giorni. Il cambio di casacche è ormai la regola. La dismissione delle idee è all'ordine del giorno. La comunanza degli opposti è l'antitesi quotidiana. E quindi è cosa fatta: la sfiducia della gente, che sente a malapena la responsabilità difronte alla cosa pubblica e non vede l'ora di espletare il voto come fosse un bisogno fisiologico. Dopo di che «sono tutti uguali». Rompere gli schemi e lavorare, ognuno nel proprio campo, al nuovo assetto: le idee avanti agli interessi carrieristici degli uomini. Torniamo alla politica. Smettiamo di amministrare i condomini. Senza offesa per la neo categoria degli amministratori di condominio. 

07.03.2014
Vito Stano

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