I protagonisti della vicenda nota a tutti i cassanesi come 'progetto Lame' o, come formalmente è scritto negli atti 'progetto di protezione idraulica dell'abitato' proseguono la battaglia ingaggiata su opposti fronti con l'amministrazione cassanese e, in particolare, con la sindaco Maria Pia Di Medio. Pubblichiamo di seguito l'ultimo comunicato che il comitato LamaFutura ha diramato. V.S.
di Comitato LamaFutura
In riferimento ai recenti interventi del sindaco Di Medio
sul controverso progetto di protezione idraulica, di cui la stampa locale ha
dato conto, il Comitato Lamafutura ritiene che la comunità locale debba avere
conoscenza di alcuni aspetti della questione, sinora trascurati dallo stesso
Sindaco. In disparte ogni considerazione su alcune imbarazzanti giustificazioni
non richieste («...nessun amministratori ha interessi personali di qualsiasi
tipo nell'opera da realizzare...»), e su altre vaghe considerazioni sul
progresso che avanza; sul meglio che è nemico del bene; sull'antropizzazione
del territorio; sulla necessità di non farsi sfuggire il finanziamento, in
disparte tutto questo, come dicevamo, è invece utile tornare su altri, più
concreti, aspetti della questione. A dire del primo cittadino, il sistema
progettato sarebbe valido, come riconosciuto da imprecisate commissioni terze.
Il Comune starebbe riscontrando i dubbi e le perplessità sollevate dalla
Regione, ed ogni problema sarà presto risolto. La gara deve andare avanti, a
qualunque costo. Chi critica il progetto, sbaglia o non lo capisce. Chi si oppone
all'opera, lo fa per interessi privati personali. Alcune osservazioni, a questo
punto, si impongono. Se qualche cittadino volesse approfondire l'argomento ed
avere la dimensione dell'inconsistenza progettuale del sistema di protezione
idraulica che il Comune vorrebbe realizzare, invece di chiedere a noi (che,
come dice il Sindaco, siamo di parte), potrebbe leggersi direttamente le
lettere inviate al Comune dagli uffici della Regione Puglia. I dubbi e le
perplessità regionali che il Sindaco conta di poter presto risolvere sono macigni
insuperabili.
Al netto dei tecnicismi e del linguaggio burocratico, la bocciatura
del progetto è totale, sia sotto il profilo paesaggistico che quello idraulico.
L'unica cosa che il Sindaco potrebbe fare per non perdere il finanziamento sarebbe
presentare subito un nuovo progetto, completamente diverso da quello attuale. Un'opera
davvero utile per la città ed il territorio, e che non serva solo a spendere i
soldi pubblici. Se il finanziamento pubblico verrà perso, questo sarà
esclusivamente colpa della testardaggine di chi avrà voluto insistere nel
realizzare «quel progetto». Stando così le cose, è da irresponsabili mandare
avanti una procedura di gara per la realizzazione di un progetto che, con ogni
probabilità, non potrà essere realizzato, con i conseguenti contenziosi con le
imprese e gli inevitabili danni erariali per le casse comunali.
Conclusivamente,
vorremmo aggiungere qualcosa, questo sì, di personale. Il Sindaco ci accusa di
agire per interessi personali privati personali, ma un amministratore pubblico
dovrebbe sapere che un privato cittadino può agire in giudizio contro il Comune
solo per interessi personali. Altrimenti il ricorso sarebbe inammissibile, a
priori. Indugiare su questo aspetto, quindi, è inutile, ozioso e tradisce scarsa
confidenza con la normativa processuale. Non è neppure esatto dire che siamo
pochi. Coloro che hanno fatto causa al Comune sono ventuno, ma coloro che hanno
aderito alle nostre iniziative contro la realizzazione delle vasche sono molte
centinaia. Non è corretto neppure asserire che alcuni di noi non abbiano le
competenze per giudicare il progetto approvato dal Comune. Se il Sindaco lo
desidera, saremo lieti di inviarle i nostri curricula. E, comunque, per
giudicare il progetto di cui si discute non è necessario essere scienziati, per
così dire.
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