Sindaco di Cassano delle Murge Maria Pia Di Medio e ingegnere Paolo Conforti (Advenco) - Foto Archivio Vito Stano © 2013 |
Il ricorso al Tribunale amministrativo regionale della
Puglia si farà. Gli aderenti al comitato ‘Lamafutura’ sono tutti d’accordo
sulla necessità di portare davanti al giudice amministrativo la “questione Lame”
per chiedere l’annullamento dell’iter
in corso. Questo è quello che era chiaramente emerso già venerdì a tarda sera a
margine dell’incontro al vetriolo tra la sindaco Maria Pia Di Medio e gli
amministratori della società Advenco Srl da una parte e i tecnici che portano
avanti le rivendicazioni del comitato Lamafutura dall’altra.
Restano sul tavolo della discussione (e nelle memorie
digitali di cellulari e videocamere) le domande inevase degli ingegneri
Mavellia e Pellerano, del geologo Tassielli e le osservazioni degli ingegneri
Campanale e Albenzio, oltre quelle dell’imprenditore Roppo (Giano Plastica) e
quelle politiche di Santorsola (sentito prima dell’incontro di venerdì) e della
Contursi (Rosa) durante il confronto, oltre che le parole di chiusura totale di
Racano.
Quindi l’unica strada percorribile a questo punto
sembrerebbe quella della richiesta di annullamento, in quanto le aperture della
sindaco Maria Pia Di Medio, durante e subito dopo il confronto di piazza, non
convincono quasi nessuno: la proposta di un tavolo tecnico (balenata già
venerdì sera) resta una via alternativa ma impervia, un ‘piano B’, nel quale
sono davvero in pochi a crederci.
In parallelo corre poi un binario immaginifico: la possibile indizione di
un referendum cittadino, possibilità che la stessa sindaco, a precisa domanda venerdì sera, ha accolto positivamente. Se le parole di un amministratore non valgono quanto un
atto pubblico, almeno moralmente, ci si aspetta perlomeno che alle parole seguano i fatti, fatti che in questo caso si dovrebbero concretizzare innanzitutto in un comunicato della prima maggioranza, utile a informare la cittadinanza che in
tale data si svolgerà una votazione consultiva sulla bontà o meno del cosiddetto
‘Progetto Lame’. Questo sarebbe un atto dovuto, se si vorrà evitare di etichettare
quelle parole con l’appellativo poco grazioso di ‘demagogiche’ e ‘populiste’.
30.06.2013
Vito Stano
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