I
numeri di Ecomondo, Key Energy e Cooperambiente 2012 non possono passare sotto
silenzio: sedici padiglioni, mille e duecento imprese, il 20% dei visitatori
transitati attraverso la stazione interna alla Fiera di Rimini e poi i pannelli
fotovoltaici che ricoprono interamente tre padiglioni e rendono la struttura
fieristica autosufficiente dal punto di vista energetico.
Taglio del nastro - Foto Archivio Vito Stano |
Ma
a dare i numeri più entusiasmanti ci hanno pensato i relatori intervenuti
durante la prima sessione degli Stati generali: i temi di cui si è dibattuto
sono stati numerosi e diversi, dalla necessità del sistema Italia di importare energia
dall’estero, che in vent’anni dal 1990 al 2011 è aumentata di circa il 20%
pesando non poco sul conto delle imprese, agli investimenti in impianti di
produzione di energia rinnovabile, passati da 39 a 257 miliardi di dollari in
sette anni dal 2004 al 2011. In questa speciale classifica l’Italia si piazza
al quarto posto per crescita di investimenti in rinnovabili con un più 43%
dietro a Cina, Stati Uniti e Germania. Quello che è una felice conferma è che tutto
ciò che è “verde” da risultati lusinghieri dal punto della crescita, difatti
anche dal punto di vista occupazionale il settore ha registrato un incremento
che ha regalato all’Italia un piazzamento europeo di tutto rispetto, un quinto
posto che fa pensare a una conversione del lavoro per farlo diventare più
verde. È stato toccato anche il ruolo dell’informazione: fondamentale è la
diffusione di queste idee, che contribuirebbe a rendere di pubblico dominio ciò che ancora sembra essere un sapere di nicchia.
Ma
i numeri dell’edizione 2012 devono essere necessariamente sommati a quelli dei
primi Stati generali della Green economy,
organizzati dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il
Ministero dell’Ambiente e con l’Enea. Dal mese di aprile, alla vigilia della Conferenza
di Rio +20, si è messo in moto un meccanismo che ha portato per la prima volta
imprese, associazioni e enti governativi a confrontarsi sui temi della green economy, non più trattati a
comparti stagni, ma in modo complessivo. Le settanta proposte che dal confronto
sono emerse sono state pubblicate in un rapporto dal titolo “Per uscire dalla
crisi”, che costituisce il compendio di un lavoro in costante sviluppo, che
sarà aggiornato al termine dell’edizione in corso. Nel rapporto sono raccontate
le strategie del futuro e tra queste le otto che daranno la spinta per lo
sviluppo della green economy in
Italia: Ecoinnovazione, Servizi ambientali, Mobilità sostenibile, Materiali e
riciclo, Efficienza energetica, Filiere agricole di qualità ecologica, Energie
rinnovabili e Finanza e fisco. Queste strategie saranno approntate per
eliminare gli ostacoli allo sviluppo green,
che sono soprattutto rappresentati dall’inerzia dei settori strategici, dalla mancanza
di una visione adeguata, da un fisco sfavorevole, da una normativa spesso
carente; questi ostacoli andranno, nell’ottica dei lavori di Rimini, affrontati
soprattutto con un’accresciuta competenza professionale, una corretta e
puntuale informazione e un quadro normativo stabile e coerente.
Insomma
si può dire finalmente che parlare di green
economy non significa più discutere nel privato di una stanza, ma dibattere
in maniera partecipata alla luce del sole per affrontare le sfide del futuro
del Pianeta con i piedi per terra e lo sguardo al cielo.
http://www.vglobale.it/index.phpoption=com_content&view=article&catid=1008%3Aweb&id=14851%3Ai-numeri-di-ecomondo&lang=it
07.11.2012
Vito Stano
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